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“LA CRISI ENERGETICA” – DRAGHI: ”Possiamo riaprire le centrali a carbone per compensare il gas russo”

La nuova strategia energetica dell’Italia per affrancarsi dal gas russo sia nel breve periodo che nei prossimi anni.

“Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Il governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario”.

Queste le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, nell’informativa alla Camera dei Deputati, sul conflitto in atto tra la Russia e Ucraina. Il premier ha spiegato la nuova strategia energetica dell’Italia per affrancarsi dal gas russo sia nel bereve periodo che nei prossimi anni.

Il riassunto:

“ Il Governo è al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica. Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati”, le parole di Draghi.

“La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% di gas che importiamo proviene dalla Russia.

Le vicende di questi giorni mostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostri fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni.

In Italia abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi all’anno nel 2020 – a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi all’anno.

Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione per superare quanto prima la nostra vulnerabilità onde evitare il rischio di crisi future.

Il Governo sta monitorando in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee.

Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico”, le dichiarazioni del Premier italiano.

Diversificare le forniture di gas, investire in infrastrutture e se serve ritornare al carbone

Mario Draghi si sofferma per mettere in fila tutta una serie di soluzioni ed interventi – sui prossimi anni, sul lungo termine – tesi a scongiurare la crisi energetica e consentire alla nostra economia di continuare a rimanere viva nonostante la guerra in Ucraina ed il Covid-19.

“Il Presidente americano, Joe Biden ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti e voglio ringraziarlo per questo. Tuttavia – ha ricordato Draghi – la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione. Per il futuro, è quanto mai opportuna una riflessione anche su queste infrastrutture”. Sarebbe il caso di lavorare per “incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico – come il TAP dell’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenSteam dalla Libia”.

La domanda dell’energia cresce sempre di più in Europa come in Italia, per questo, ha aggiunto il Premier italiano: “Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato”.

Rinnovabili, soluzione “a portata di mano” che però finisce nel lungo termine.

“Ho parlato del gas, ma la risposta più valida nel lungo periodo, sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili – ha continuato Draghi – anche e soprattutto con una maggiore semplificazione delle procedure per l’istallazione degli impianti”.  Gli ostacoli in realtà sono molteplici  e allo stesso tempo semplici da individuare: “Non sono tecnici, non sono tecnologici, ma sono solo burocratici”, ha sottolineato il Premier Draghi.

Un discorso, quello di Draghi, dai toni non molto ottimistici. Il terribile conflitto armato in Ucraina ha molteplici ripercurssioni, le quali, riguarderanno mezzo mondo almeno nei prossimi mesi, anche come conseguenza delle sanzioni alla Russia.

“La crisi di portata storica che l’Italia e l’Europa hanno davanti, potrebbe essre lunga e difficile da ricomporre, anche perchè sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale che non sarà facile superare”, ha concluso Draghi, richiamando tutti all’unità.

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