AcasăPOLITICAEsercito Comune Europeo – dal 2023

Esercito Comune Europeo – dal 2023

Bruxelles ha attuato la “Bussola Strategica” consentendo ai 27 Stati membri di utilizzare il fondo “NextGeneration Eu2” per investimenti nella difesa e nell’energia in modo da diventare indipendenti dal gas russo, togliendo a Putin qualsiasi strumento di ricatto nei confronti della Ue.

La minacia russa ha spinto i 27 membri dell’Unione europea ad accelerare i processi per la costruzione di un Esercito europero dal 2023.

Gli scenari stanno cambiando velocemente e la Ue non può garantire una difesa militare dei suoi confini. A protezione della securità europea sono le trupe NATO che hanno lo scopo di tutelare e salvaguardare le linee di demarcazione che dividono il blocco europeo da quello asiatico.

La “Bussola Strategica” (Strategic Compass) è il documento che delinea la politica estera e militare dell’Europa, ed è stato messo a punto dall’Alto Rappresentante Josep Borrell.

Nel documento viene specificato che il primo passo per la costruzione delle Forze Armate europee deve essere fatto già da quest’anno, per essere completato in seguito l’anno prossimo.

Durante il Consiglio Europeo svoltosi il 9 marzo si è parlato del fatto che i 27 Paesi possono utilizzare il fondo “Next GenerationEu2” per investimenti nella Difesa e nell’energia, in modo da diventare indipendenti dal gas russo, togliendo a Putin qualsiasi strumento di ricatto nei confronti della Ue.

“La Bussola può avvicinarci a un autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune”, queste le parole del premier Mario Draghi.

Esercito comune europeo dal 2023 – Come funzionerà

L’invasione russa dell’Ucraina ha sconvolto l’architettura securitaria del Vecchio Continente e, allo stesso tempo, l’unità dell’alleanza occidentale, in un certo senso, unidirezionale, con l’Europa pronta a seguire gli Usa e Regno Unito nelle sanzioni e nei contrasti più duri a Mosca, ma sfortunatamente anche l’unica area della sfera geopolitica guidata da Washington destinata a sobbarcarsi i costi più devastanti sul piano politico, economico, energetico e sociale.

I leader dei 27 Paesi e la Commissione europea si preparano ad annunciare nei prossimi giorni, l’attuazione dello Strategic Compass – La Bussola Strategica, e il via libera al primo nucleo di difesa comune europea già nel 2023.

L’Europa parla ad alta voce di difesa comune, scrive Repubblica, e “intende farlo mettendo in campo il nucleo di un esercito europeo con tappe più stringenti rispetto all’idea originaria”.

Ci sarà un primo Battalione Europeo nel campo, l’anno prossimo. In sostanza già entro quest’anno saranno definiti gli scenari operativi. Ossia verranno indicate le zone in cui il “Battalione europeo” potrà agire.

Bisogna individuare uno spazio che va dai Balcani, quindi anche l’Ucraina, al Mediterraneo asiatico e all’Africa. Una copertura territoriale molto ampia che verrà controllata da 5000 soldati, questo il limite del personale impegnato, che potrebbe però aumentare.

L’Esercito europeo dovrebbe essere abile ed arruolato già nel 2023, inizialmente con “regolari esercitazioni”, poi in piena e totale attività entro la fine del 2024, accorciando cosi i tempi rispetto alla prima bozza che stabiliva l’operattività entro il 2025.

Entro un anno dalla definizione delle procedure si potrà già agire mediante cooperazioni rafforzate che riguarderanno un numero ristretto di Paesi, secondo quelle che sono le direttive previste dall’art. 44 del Trattato sulla Ue.

Di fronte al deterioramento della sicurezza dell’estero vicino, l’Europa inizia a cambiare strategia. A farlo sono gli Stati che provano a trovare spazio per costruire una vera Europa sovrana anche oltre i limiti tecnocratici di Bruxelles. Ne è consapevole Emmanuel Macron e se ne sta convincendo Olaf Scholz e sicuramente ne seguirà l’Italia.

Per Roma sarebbe vitale pensare alla Difesa comune dato che, come proposto nei mesi scorsi dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, la Difesa comune sarà inserita nei cardini dell’Alleanza Altantica, non in forma alternativa ma completamente ad asse.

Si prospetta per l’Europa la possibilità di avere una voce più forte e di muoversi apertamente in forma operativa sulla scia di quanto già accaduto in campo industriale: il progetto delle Fregate europee Fremm testimonia che anche su base europea si propone una strategia di standardizzazione delle forniture e del procurement che può dare vitalità al mercato interno e all’industria.

Per Roma l’opportunità sarebbe decisamente importante, soprattutto se al discorso sulla Difesa si aggiunge quello dell’autonomia strategica nei settori critici.

Risulterebbe cosi un Italia non più subalterna ma complementare al duo Francia-Germania nella costituzione delle nuove rotte strategiche su cui l’Europa baserà le sue politiche e le sue scelte nei settori critici negli anni a venire.

Esercito comune europeo – a cosa servirà?

L’Esercito comune europeo servira per difendere e salvaguardare i confini dell’Unione europea, offrendo ai Paesi aderenti protezione e difesa, tramite personale altamente specializzato ed addestrato.

“Entro la metà del 2022 definiremo gli obietivi sull’aumento e il miglioramento della spesa per la Difesa e la Commisione svilupperà ulteriori incentivi per stimolare gli investimenti”, ha dichiarato l’Alto Rappresentante Borrell.

L’Esercito europeo servira a:

 – Rafforzare la capacità di difesa della Ue;

 – Ridurre le dipendenze energetiche;

 – Costruire una base economica più solida;

In previsione della formazione dell’Esercito europeo e degli ammodernamenti per la Difesa, le industrie belicche sono già in femento e la Germania ha già stanziato 100 miliardi per il potenziamento dei suoi apparati. Seguita a stretto giro dalla Svezia, Belgio e i Paesi Bassi.

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