Rubrica scuola

Gentilissima prof Carla,

in classe di mia figlia ci sono una ragazza ucraina e un ragazzo russo. La scuola sta organizzando una manifestazione per la pace e i ragazzi spesso stanno discutendo, animatamente, e si stanno creando fazioni in classe.

Sono molto preoccupata,

perché più volte, a causa proprio della guerra, litigano, fino ad arrivare alle mani. osa posso fare, sono preoccupata per il clima che si sta creando in classe. Grazie.

 Gentilissima signora,

deve assolutamente andare a scuola e parlarne con la Dirigenza, esporre tutti ciò e loro prenderanno i provvedimenti opportuni per fermare queste dinamiche che, sicuramente, nascondevano dei malesseri già esistenti, ed ora si “nascondano” dietro la guerra.

Un caro saluto

Prof. Carla Ciccarelli

Gentilissima prof Carla,

le volevo esporre una situazione che si è creata a scuola.

La settimana scorsa,

la prof di matematica ha tenuto una lezione di sensibilizzazione per  la vaccinazione al  papillomavirus e successivamente, anche la rappresentante di classe ha chiamato tutte le mamme invitandoci a vaccinare i ragazzi. Io ho un figlio maschio e non ritengo opportuno vaccinarlo, anche perché con tanti dubbi l’ho già vaccinato per il covid ,ancora un altro vaccino, non mi sembra il caso, però non vorrei essere considerata fuori dal coro, sarei l’unica mamma della classe a dissentire.

Mi consigli lei come comportarmi, già siamo comunque considerati diversi perché non italiani.

 Gentilissima signora,

a parer mio, la scuola in collaborazione con l’USL sta offrendo un ottimo servizio, sono ovviamente favorevole a questo vaccino che, in alcuni stati, dove è stato reso obbligatorio, i tumori di quella zona sono stati debellati.

I ragazzi devono vaccinarsi anche loro per due motivi, prima per proteggere se stessi, e poi per non contagiare, un virus colpisce tutti, senza differenza di sesso .

Spero di essere stata chiara e di aiuto. La saluto e la ringrazio per avermi scritto.

 Gentilissima Carla ,

cosa succede a mia figlia che non vuole uscire né frequentare ragazzi/e della sua età?

 Gentilissima mamma ,grazie per avermi scritta.

I ragazzi manifestano sempre più un’elevata ansia sociale. Secondo il DSM-5 l’ansia è definita come una paura eccessiva ed irrazionale. Nello specifico l’ansia sociale è la paura di agire in presenza di altri per il timore di fallire, essere imbarazzanti e subirne i giudizi. Per questo motivo i ragazzi che ne soffrono evitano situazioni in pubblico e anche un compito in classe, x il quale saranno giudicati, fa scattare uno stato di allerta e di ansia esagerata da cui si sottraggono chiudendosi. Spesso questo disturbo è accompagnato da emozioni negative e difficoltà a riconoscerle. I ragazzi possono mostrare carenze attentive, di giudizio e di aspettative. In questi casi la capacità di regolazione affettiva è fortemente compromessa determinando quello che gli psicologi definiscono disregolazione affettiva (incapacità a riconoscere, identificare, differenziare e comunicare le proprie emozioni). Educatori e genitori hanno il compito di aiutare il ragazzo in un percorso di alfabetizzazione emotiva attraverso il contenimento e la successiva regolazione. È inappropriato chiedere continuamente al ragazzo cosa gli capita, che cosa prova ma è sicuramente più efficace provare a dare un nome allo stato emotivo usando anche associazioni con colori o metafore. Si tratta di costruire insieme la propria competenza affettiva a cui segue, solo dopo, quella sociale.Un cordiale saluto Carla Ciccarelli.

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